Il pensiero non ha più segreti. E la privacy? Che vada a farsi friggere

Tra dubbi e aspetti etici ecco la scoperta del secolo: le macchine potranno leggerci nel pensiero. Alcuni ricercatori di Berkeley e dell’università americana di Austen nel Texas hanno realizzato quello che si vedeva solo nei film di fantascienza. Alexander Huth, Jerry Tang e altri colleghi hanno attuato un decodificatore, che si serve dei dati di una risonanza magnetica funzionale in grado di ricostruire con una certa correttezza le parole che udiamo, quelle che immaginiamo e addirittura riesce a risalire ai contenuti di un film che abbiamo guardato. Questa tecnologia non usa metodi invasivi, la neurochirurgia, infatti, non ha nulla a che fare con questo metodo come diversamente si potrebbe immaginare. Tradurre i segnali cerebrali in ciò che si vuole dire è in altre parole, saper leggere il pensiero. 

Intanto c’è da dire che si possono riconoscere giusto poche parole o brevi frasi. La risonanza magnetica funzionale, che consente di individuare quali aree nel cervello si attivano in un momento specifico misurando le variazioni del flusso sanguigno nel cervello, si svolge mettendosi sdraiati supini su un lettino che, attraverso un comando elettronico, viene fatto scorrere all’interno di un’apparecchiatura simile a un tubo. Durante l’esame il soggetto deve mantenere la testa ferma il più possibile perché i movimenti disturbano l’acquisizione delle immagini. 

 

Poichè questo strumento non era molto preciso e rilevava parole disordinate i neuroscienziati e i tecnici informatici hanno deciso di servirsi dell’intelligenza artificiale, in particolare di usare un software: GPT-1 molto simile a ChatGPT. Insomma grazie all’intelligenza artificiale, con l’ausilio di un registratore, il programma risale dalle nostre parole a carpire cosa stiamo immaginando e lo mette sotto forma di immagine. 

Per esempio se una persona pensa: “non ho ancora iniziato ad imparare a guidare” la macchina traduce “non ho ancora la patente”. Tuttavia in alcuni casi il programma è riuscito a pronosticare addirittura le frasi giuste. Il decodificatore però funziona solo sulla persona che ha seguito la fase di esercitazione iniziale quindi, almeno per ora, non può decodificare i pensieri di chiunque. 

 

La paura più grande, tuttavia, è che un domani questa tecnologia possa andare nelle mani sbagliate. Se potremo leggere nel pensiero di chiunque che fine farà il diritto alla privacy e all’autodeterminazione? 

Il diritto alla privacy è un principio fondamentale che difende l’individuo dal controllo e dall’ingerenza non autorizzata nel proprio spazio personale, nelle proprie informazioni personali e nelle proprie decisioni. Questo diritto include il controllo sui propri dati individuali affinché non vengano diffusi apertamente, mantiene la dignità umana e protegge la libertà del soggetto. 

Invece l’autodeterminazione si riferisce al diritto e alle facoltà di un individuo di prendere decisioni autonome rispetto alla propria vita e alle proprie scelte riservate ed è un principio collegato a contesti etici, legali e dei diritti umani. 

Insomma questi due macro aspetti salvaguardano il benessere e i diritti fondamentali di ogni persona, il che nell’era digitale sembra esser diventata cosa difficile. Difatti, lo sviluppo della rete internet è uno dei fattori che hanno portato la “questione privacy” al centro del dibattito politico, sociale e giuridico degli ultimi decenni. Per esempio i dati personali che molte aziende online raccolgono vengono utilizzati per targeting pubblicitario, che è una strategia di marketing. Questa pratica viene utilizzata dalle aziende per mostrare agli utenti pubblicità specifiche. In base alle loro caratteristiche demografiche, comportamentali, interessi e altre informazioni raccolte sui loro comportamenti online. In breve si tratta di mostrare annunci pubblicitari mirati alle persone, che hanno maggiori probabilità di essere interessati ai prodotti. 

Le tecnologie di tracciamento online consentono alle aziende di monitorare l’attività degli utenti su internet, questo solleva preoccupazioni sulla sicurezza dei dati dei soggetti, anche a livello finanziario. Una realtà lontana dal nostro paese, ma vigente in alcuni paesi, è la sorveglianza di massa, dove alcune agenzie governative monitorano le comunicazioni online degli individui senza il loro consenso.   

In sostanza è importante adottare misure per proteggere la propria privacy per quanto possiamo fare noi per noi stessi.