Un legame più forte dell’evidenza: Il Carnevale e la salute mentale

Siamo a febbraio il mese che per molti è tra i più tristi e difficili dell’anno, forse perché, probabilmente, insieme a gennaio, è uno dei mesi più freddi. In realtà, potrà sembrare strano, ma per qualcuno, in particolar modo per i più piccoli, è un mese di festa e gioia. Infatti, a febbraio arriva il carnevale, dove i bambini vanno in giro mascherati e per feste, si divertono insieme alle loro mamme e ai loro papà, qualcuno più fortunato anche con i nonni, a preparare o comprare le maschere dei propri idoli. 

Sicuramente, vi starete chiedendo cosa c’entra tutto questo con la salute mentale? Apparentemente nulla, ma gli aspetti in comune esistono e sono davvero tanti. Il carnevale, se ci si pensa bene, cosa rappresenta? Cosa si fa durante questa festa? Ci si maschera e le maschere non sono altro che una rappresentazione di qualcosa di diverso da noi stessi oppure qualcosa o qualcuno che vorremmo essere. La maschera è un aspetto molto presente nella vita delle persone con difficoltà psicologiche e non solo. 

Fin dalla antichità le maschere hanno rappresentato tanto per molti popoli, infatti, in più di un periodo storico, mascherarsi significava essere qualcun altro nella storia, soprattutto negli ambienti poveri, dove spesso i ricchi e i poveri non avevano gli stessi diritti, mentre, a carnevale, non solo si potevano immedesimare e vivere in un’altra dimensione, ma addirittura stare a fianco a fianco. Un periodo di festa dove attraverso il divertimento si potevano capovolgere i ruoli e tutti potevano essere quello che volevano o semplicemente essere se stessi.  

Il mascherarsi nella società moderna è molto presente, soprattutto in alcune categorie, per esempio negli adolescenti, che in realtà, lo fanno tutto l’anno per coprire e affrontare tante insicurezze e fragilità, creandosi, attraverso ciò, uno scudo, una corazza, per esempio vestendosi tutti uguali facendo i duri, e prendendo atteggiamenti da bulli ecc… Sicuramente, questo avviene anche tra le persone che, pur sapendo di avere delle fragilità, a causa di un mondo che va avanti solo attraverso la perfezione, cercano dentro di sè degli stratagemmi per nascondere e non dare a vedere cosa si è veramente, creandosi un altro personaggio da presentare al mondo.  

Tutto avviene sia consciamente che inconsciamente, quasi come se la persona interessata volesse venire incontro alla società sacrificando lei stessa e le sue debolezze. A volte la maschera è qualcosa di ancora più sottile ossia, come se vedessimo in noi qualcosa che non c’è, ma siamo convinti che sia presente perché sono gli altri che ci fanno convincere di ciò.  Questo fa sì che anche noi alla fine ci convinciamo di qualcosa che in realtà non è presente. Questo aspetto è stato affrontato anche da vari scrittori in romanzi importanti uno su tutti Luigi Pirandello nel libro “Uno nessuno e centomila”. 

Tutto questo ci fa comprendere che i due aspetti del carnevale e della salute mentale siano uniti tra loro. Il carnevale, oltre a essere una festa di gioia, vuol dire soprattutto maschere, libertà di vivere e libertà di essere se stessi, che sono gli stessi concetti su cui si batte la lotta allo stigma  e al pregiudizio da anni insieme alla difesa della legge Basaglia. 

Si tratta di concetti che dovrebbero essere il diritto di tutte le persone. Un diritto è anche quello di non essere costretti  a dare un’immagine diversa  per essere accettati dal mondo e dalle persone, e quindi liberi di essere se stessi sempre e comunque. Inoltre, avere la possibilità di essere amati, rispettati e accettati per quello che si è e non per quello che qualcun altro vorrebbe che uno fosse e se ci si ragiona sopra nel carnevale non ci sono poi queste grandi differenze.  

Carnevale e salute mentale sono un incredibile binomio che nessuno si aspetterebbe mai, invece, se ci si ragiona escono fuori tantissimi legami che sarebbero molto interessanti da approfondire e rifletterci su. 

 

Immagine di arte-anonima da Pixabay – CC License