Questione di memoria

Qualche suggerimento per la memorizzazione

Possiamo definire la memoria come una facoltà straordinaria che dall’antichità fino ad oggi ha attirato l’attenzione di poeti e scienziati. Si basa su svariati meccanismi grazie ai quali possiamo ricordare sia intenzionalmente che involontariamente. 

La memoria è strettamente legata a diversi aspetti. È legata per esempio alla conoscenza. Il sapere infatti non è altro che una serie innumerevole di informazioni immagazzinate nella nostra mente. Conoscenza è memoria e conoscere è ricordare. Senza la memoria, senza la possibilità di conservare dentro di noi le fasi iniziali dei nostri pensieri, non potremmo neanche pensare. La memoria è legata inoltre all’apprendimento e questa è una cosa che riguarda tutti, non solo studenti e professionisti. Esso riveste un ruolo predominante, se le informazioni non sono strutturate chiaramente in uno schema non sono apprese facilmente.     

Le tecniche e le strategie di seguito proposte sono innovative, facili da apprendere per chiunque e oltretutto divertenti. Un’altra facoltà della mente umana che gioca un ruolo determinante nel processo di memorizzazione è la fantasia perché contribuisce a rendere una memorizzazione chiara, precisa e soprattutto permanente. Prima di svelare qualche abilità è importante sapere queste cose. Il primo strumento che ci permette di usare al meglio la facoltà del fantasticare sono le immagini mentali perché valgono molto più delle parole e rimangono impresse. I cinque sensi giocano un ruolo importantissimo in questo. Successivamente ci sono le associazioni mentali, che ci offrono la possibilità di collegare le immagini mentali fra di loro al di là di ogni logicità, pertinenza o complessità. 

In quest’ottica si inseriscono le tecniche e le strategie di memorizzazione miranti al risveglio della propria creatività, ma non solo. Grazie ad esse si trovano delle strade alternative che permettono di ovviare ai problemi mnemonici prediligendo dei percorsi mentali diversi che utilizzano il pensiero, il ragionamento, la fantasia, la consapevolezza. Ad ogni modo queste tecniche richiedono uno sforzo e hanno bisogno di tempo prima di essere apprese. Se non si sfrutta il canale della memoria se ne devono usare altri come la concentrazione. 

Il primo metodo per allenare la memorizzazione consiste nello scegliere dieci immagini (una tazza di tè, un re, un grappolo d’uva, ecc.), chiudere gli occhi e immaginare queste figure una alla volta. Il procedimento richiederà un po’ di tempo. Mentre visualizziamo questi oggetti dovremmo immaginare di associare ad essi dei numeri dall’1 fino al 10. In questo modo assoceremo al numero l’oggetto e il ricordo rimarrà impresso. Questa è la tecnica base da cui dobbiamo partire per poi studiare le altre. 

Dopo di che è necessario provare a fare un lavoro di associazione, in modo da memorizzare una serie di due o più parole-informazione. Il segreto è nel crearsi un “film” nella mente e ricordarsi le due parole come immagini nella giusta sequenza, mantenendo l’ordine. Qualora avessimo una serie di informazioni da memorizzare siamo chiamati a decidere il tipo di tecnica da utilizzare. La scelta è funzionale al tipo di tecnica rievocativa. Per esempio, le associazioni mentali sono utili per ricordarsi la lista della spesa. 

Facendo un passo indietro è importante sapere che Aristotele già verso la fine del 300 a. C. aveva intuito e insegnava che: la mente, come abbiamo detto, funziona per immagini (le chiamava imagines agentes) e per associazione di idee. Cicerone poi, che aveva l’esigenza di studiare a memoria lunghe e articolate orazioni, aveva l’abitudine di associare mentalmente le sue informazioni ad una serie di luoghi ordinati. Cicerone era infatti famoso per la capacità di ripetere le sue orazioni con assoluta precisione anche dopo molto tempo. 

Nell’ambito della memoria le emozioni giocano un ruolo dominante e sono essenziali per creare e categorizzare ricordi, in effetti le sensazioni sia della percezione sia del richiamo richiedono un’attività libica. È ben noto che la disattivazione di strutture libiche produce automatismo, confusione e amnesia. Non è la qualità dell’emozione (positiva o negativa) che determina il fenomeno inibitorio, ma la “quantità”. 

Invece dal punto di vista fisico la stanchezza e lo stress costituiscono elementi di interferenza nel processo di memorizzazione. Non a caso la diminuita circolazione sanguigna inerente a tali stati di affaticamento comporta un’ossigenazione inadeguata dei tessuti dell’organismo in particolare quello cerebrale. Tutto ciò ha conseguenze nell’ambito delle facoltà mnemoniche. 

Ultima cosa, ma non meno importante, è che a volte ci sembra che la nostra memoria non funzioni come dovrebbe, molti lamentano dei vuoti di memoria. In verità, a meno di lesioni o di stati di choc, non si può tecnicamente parlare di perdite di memoria, ma di un funzionamento non proprio perfetto. Molte volte ci si deve chiedere se siamo attenti mentre facciamo le cose, mentre chiudiamo la porta di casa, mentre chiudiamo il gas…A volte è l’attenzione a non essere presente, non la memoria. Ad ogni modo qui abbiamo enunciato un paio di tecniche utili per ricordare informazioni anche sconnesse tra loro, il trucco sta nell’allenamento, poi si acquisirà velocità. Memorizzare facilmente e a lungo è possibile basta solo usare la chiave giusta. 

 

Immagine di chenspec da Pixabay – CC License