Il vademecum per la difesa degli amici dell’uomo
L’Ente Nazionale per la Protezione degli Animali (ENPA) è la più antica e una delle più grandi associazioni animaliste italiane. Fondata il 1° aprile 1871, col trasferimento della Capitale del Regno d’Italia a Roma, su iniziativa di una nobildonna inglese Lady Anna Winter e di Giuseppe Garibaldi. Tra i suoi scopi quello di fornire tutela e protezione agli animali, di sensibilizzare la popolazione e promuovere i principi di rispetto e amore per gli animali e per la natura. Dal 2004 l’ENPA è una ONLUS e opera attraverso più di 160 sedi in tutta Italia. Ha risposto alle nostre domande Claudia Ricci, avvocato dell’Ente.
In quali casi l’Enpa viene maggiormente interpellato?
L’Enpa riceve segnalazioni principalmente per maltrattamenti su animali, ad esempio cani o gatti lasciati su balconi senza riparo o impossibilitati a muoversi, cani tenuti alla catena, allevamenti abusivi o lager e per mancato intervento della polizia locale, soprattutto per animali feriti. Infine interviene per omessa gestione da parte delle amministrazioni nel recupero di animali randagi e nella tutela delle colonie feline.
Quando un animale si può considerare maltrattato?
Un animale è considerato maltrattato quando subisce lesioni fisiche o psicologiche (etologiche) a causa di un’azione o di un’omissione da parte dell’uomo. Esempi di maltrattamento includono la mancata somministrazione di cure sanitarie, la privazione di libertà di movimento (ad esempio l’assenza di sgambatoio per un cane) e qualsiasi condotta che provochi sofferenza all’animale. Il comportamento umano può essere mosso da crudeltà intenzionale oppure anche solo da negligenza o mancanza di necessità.
Se assisto o sono a conoscenza di maltrattamenti su animali, posso rivolgermi all’ENPA? In che modo?
Sì, è possibile segnalare un caso di maltrattamento all’ENPA. Tuttavia, se si è testimoni diretti di maltrattamenti, uccisioni o detenzioni in condizioni incompatibili con la natura dell’animale, è fondamentale essere disponibili a testimoniare. Se possibile, è utile raccogliere prove come foto o video, senza però diffonderle a terzi per evitare violazioni della privacy. L’ideale è sporgere immediatamente denuncia alle forze dell’ordine, preferibilmente ai Carabinieri Forestali (o ai NAS, nel caso di allevamenti), affinché intervengano tempestivamente e mettano in sicurezza l’animale. ENPA può sporgere denuncia, ma il segnalante deve essere disponibile a testimoniare, poiché in caso di processo la testimonianza è fondamentale per provare il reato di maltrattamento o uccisione.
Si possono adottare gli animali maltrattati?
Sì, ma è necessario considerare gli effetti del maltrattamento sull’animale. Se l’animale ha bisogno di un recupero psicofisico, occorrerà attendere che questo sia completato prima dell’adozione. Inoltre, se il maltrattamento ha causato problemi comportamentali, potrebbe essere necessario affidarlo a una persona con esperienza specifica nella gestione di animali con esigenze particolari.
Quali sono le specie esotiche che vengono introdotte illegalmente in Italia?
Le specie esotiche introdotte illegalmente variano nel tempo in base a tendenze e “mode”. In passato, i grandi felini sono stati detenuti dalla criminalità come simbolo di potere. Successivamente, si è registrato un aumento nel commercio illegale di scimmie. Poi c’è stato un periodo in cui animali come serpenti velenosi, scorpioni e lemuri erano particolarmente richiesti. Tra gli uccelli, vengono spesso introdotti illegalmente pappagalli appartenenti a specie non commerciabili senza autorizzazione.
Intervenite anche sul fenomeno dei combattimenti clandestini tra animali?
Sì, l’ENPA ha un progetto specifico su questo tema per il recupero dei cani combattenti.
Ultimamente, dove siete intervenuti?
Attualmente è in corso un processo a Imperia, che coinvolge la criminalità marsigliese e italiana. La sentenza è attesa a breve.
A cura dell’avv. Claudia Ricci