Un megastudentato di lusso nell’area degli ex Mercati Generali

Da gennaio apriranno i tavoli partecipativi con i cittadini che chiedono meno cemento e più servizi pubblici.

Il destino degli ex Mercati generali sull’Ostiense sembra essere segnato. Dopo più di 20 anni di abbandono, sfumata la Città dei Giovani progettata dall’architetto Rem Koolhaas, nell’area degradata di 8,5 ettari di fronte al Gazometro, si profila la costruzione di un megastudentato di lusso e altri servizi annessi. Dietro l’operazione, siglata il 10 novembre scorso dal Comune di Roma ( proprietario dell’area) da una convenzione integrativa alla concessione sottoscritta nel 2006 dalla Società Sviluppo Ostiense della Lamaro spa, ci sarebbero i capitali di Hines, un fondo immobiliare texano  che realizza residenze di lusso in tutto il mondo ( il discusso “cubo nero” di Firenze sorto sull’area dell’ex Teatro comunale, è opera sua e del partner Blue Noble). Gli americani mettono sul piatto un investimento di 380 milioni, con un ricavo presunto di 32 e 21 solo per lo studentato, a fronte di un canone annuale di 165 mila euro da pagare al Comune, che si riprenderebbe tutto dopo 60 anni. Tutto ciò ha scatenato le proteste di parte della cittadinanza organizzata in un Comitato civico per la tutela dell’area degli ex Mercati generali, che ha infiammato la riunione al Centro anziani Ostiense a fine novembre e che chiede il blocco della convenzione e l’azzeramento dell’operazione immobiliare. 

Ma vediamo nel dettaglio le opere previste dal nuovo progetto : il recupero degli edifici storici e un vero e proprio campus universitario con 2.000 posti letto per studenti, di cui 500 a prezzi calmierati (600 euro al mese), palestra, servizi culturali con mediateca, biblioteca, sale per eventi,un coworking,  aree sportive, un centro benessere accessibili a tutti i cittadini. E ancora 4 ettari di aree verdi ( otto volte piazza Navona), un parcheggio interrato di 1.500 posti auto, altri 1.100 privati e la riqualificazione della viabilità. Il cronoprogramma prevede che, completate le fasi di progettazione definitiva (150 giorni dalla firma) e di quella esecutiva (altri 6 mesi), i lavori possano partire nel 2027 e concludersi dopo 3 anni. L’area, come è noto, è situata nella vecchia zona industriale di Roma, oggi interessata dalla presenza della Terza Università. A questo proposito è bene sapere che su circa 36 mila studenti iscritti, ben 8 mila sono i cosiddetti fuori sede, che affittano già a caro prezzo le stanze delle case di Ostiense e Garbatella. 

Il processo partecipativo che coinvolge la cittadinanza aveva già indicato la scorsa estate al Campidoglio alcune varianti migliorative, raccolte in ordini del giorno recepiti dall’Aula Giulio Cesare. La possibilità di avere un asilo nido, di cui c’è carenza nella zona Ostiense, l’aumento del verde e delle alberature, l’utilizzo di materiali ecosostenibili, spazi ludici per i più piccoli, il recupero delle lapidi di Salvatore Petronari e Giuseppe Cinelli, i facchini assassinati dai tedeschi a Forte Bravetta e alle Fosse Ardeatine nel 1944.  Infine la realizzazione di un percorso ciclopedonale tra via Francesco Negri e via Girolamo Benzoni, che superi la ferrovia con un ponte, opera completamente finanziata dal Comune di Roma. Ma tutto ciò non sembra bastare ad equilibrare la presenza del pubblico, proprietario dell’area, rispetto ai privati. I rappresentanti di  Legambiente Garbatella, del Comitato di Quartiere Ostiense-Piramide e del Circolo di lettura della zona si battono per avere ulteriori miglioramenti al progetto, ma le forze più radicali rappresentate nel Comitato civico, Sinistra Italiana e Potere al Popolo non ci vogliono sentire. Denunciano la cessione di sovranità del pubblico rispetto ai privati, che ricaverebbero guadagni sproporzionati rispetto al canone troppo magro per il Comune, l’assenza di un vero processo partecipativo, l’impatto ambientale rappresentato da migliaia di metri cubi di cemento che aggraverebbero ulteriormente l’attuale aumento della temperatura di 1,5 gradi, a fronte della previsione catastrofica di avere 3 gradi in più nel 2030. A questo proposito i rappresentanti del Comitato propongono addirittura di mantenere l’habitat naturale e gli acquitrini, che si sono creati in questi venti anni di abbandono all’interno delle mura dei mercati, come è avvenuto all’ex Snia Viscosa al Pigneto-Prenestino. Il tutto causato dalle trivellazioni effettuate in passato dai precedenti cantieri, che hanno fatto emergere i sedimenti paludosi del fiume Almone, sacro ai romani, il cui alveo intubato passa proprio sotto la Circonvallazione Ostiense e l’area in questione, per sfociare qualche centinaio di metri a valle nel Tevere. A sostegno di questa tesi i componenti del Comitato civico per la tutela dell’area degli ex mercati generali esibiscono un Rilievo dell’Istituto geografico militare risalente al 1907-1908, poco prima della pubblicazione del Piano Regolatore voluto dal Sindaco di Roma Ernesto Nathan e redatto dall’ing.Edmondo Santjust di Teulada, dove si evince il percorso dell’Almone attraverso l’area destinata ai mercati all’ingrosso della città.  

Storia a parte il Comitato ha indetto sabato 13 dicembre dalle 9,30 alle 13,00, al Caffè letterario in via Ostiense 95, la Prima Conferenza Urbanistica civica dell’VIII municipio. E ci sono tutte le aspettative che si avvii un confronto, parallelo ai tavoli partecipativi istituzionali, tra cittadini, associazioni, tecnici e alcuni urbanisti che hanno già denunciato, negli incontri precedenti, gli elementi speculativi di questa operazione immobiliare, definendola un regalo del pubblico ai privati.