Alcuni versi che provengono dal luogo del corpo. Quadretti in versi è una raccolta di poesie create dalla danzAutrice Rossana Abritta, che riconosce nella poesia una potente risorsa da nutrire.
Si tenta liberamente di muovere il corpo delle parole: dal potere generativo di una carezza ci si sposta sotto la pelle, cogliendo in questo “dentro” una moltitudine di realtà che svelano nuove scoperte.
Si approda infine all’angolo del grazie, quasi una preghiera, verso l’universo del corpo che insieme alla mente armonizzano il modo di stare al mondo.
Di seguito tre poesie della raccolta.
CAREZZA
Rimane dal tempo da cui nasce
una carezza
coperta dal tetto che ombra la soglia
del potere suo
Rimane trattenuta dalla morsa
di sonno e parole
miracoli avvertiti e soffocati
Nel suo stato d’amore porta
nel vasto petto un aquilone
che il lontano fanciullo
dispiega nell’infiammato vento
del possibile
La carezza
zingara di un paesaggio gentile
si posa come farfalla sullo specchio
dei lamenti della carne
Si muove e si ferma
si muove e respira
Questa carezza ha aperto
il varco del verso
per Lei oggi
esco
compro un fiore.
(Roma, agosto 2021)
L’OSPITE
Nella calda crisi d’estate
è ospite dentro sé.
È ospite e ospita
tante realtà che
a tempi alterni
si raccontano.
Accade quando lei
non si appende più alle spalle
e lascia cader le ginocchia.
Sedotta dalla gravità
cede.
Cede alla moltitudine
che contiene.
Così nelle spirali della schiena
le Altre si intravedono.
Nelle battute del diaframma
che conta un respiro,
e quello dopo
e quello in mezzo,
Loro si muovono
in una folgore naturale
che l’integrità conosce.
Quando non accade
si restituisce a se stessa,
dimessa.
Castra questo insieme di venti
caldi e freddi
di nuovo sigillati
che violentano
dell’Essere, l’espressione.
Ma in questa crisi d’estate
la rimembrata moltitudine
trepida,
supplica a voce cresciuta:
È ora!
E lei sa,
conosce il senso della supplica.
Si riconosce
seppur fuori
dal noto mondo.
Non un senso di grandezza
ma uno di puro abbandono.
Solo quello.
Nell’abbandonarsi
nessuna ospite fugge.
Nell’abbandonarsi
caduta morbida.
Nell’abbandonarsi
la verità
di una nuova
misura d’amore.
(Roma, 8-9 agosto 2020)
IN TE CORPO MIO
Ripongo in te corpo mio
la direzione che cambia.
In te che ho stretto l’amo,
provo a slegarmi
scoprendoti nuovo.
Nel tuo esserci permanente,
risveglio il desiderio del sale che abita il mare
e della poesia che si fa carne col moto.
In te corpo mio, attraverso passati lontani
in altre forme, con altri spazi e altri sapori.
Oh corpo mio
in te ritorno seme,
nella mia origine
sento l’incessante battito
che suona i colori dello spirito
da quelli ghiacciati a quelli infuocati,
così i leggeri e i pesanti.
Eri la mia ispirazione in tenera età
oggi sei diventato Verità,
non vi è modifica da apportare.
In te l’agitazione,
in te la pace,
il sesso
e la forza.
In te
Corpo mio
la solitudine,
la moltitudine
e il rispetto della tua pienezza rivelatrice.
(Umbria, 7 aprile 2019)
Rossana Abritta
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