I divieti e le posizioni del Governo Meloni
Il nostro modo di alimentarci ha un impatto molto negativo sul pianeta. Possiamo continuare a lungo ad alimentarci così? La risposta è no! Non si possono dissipare le risorse naturali della terra e non avere conseguenze spiacevoli sulle biodiversità. Occorre ripensare e riprogettare l’intero sistema alimentare globale. A quel punto sarà il momento dell’Ento-gastronomia. Ovvero ci ridurremo a mangiare insetti.
Gli insetti hanno rappresentato nel nostro passato – e possono esserlo anche in futuro – una fonte di proteine a buon mercato, un cibo sano, nutrizionalmente completo e rispettoso dell’ambiente. Anche grandi organi di informazione come “Le Monde” o “Il New York Times” ne sono più che convinti. Allora forse dovrebbe prenderne coscienza anche l’Italia.
Probabilmente non tutti sanno che già ai tempi degli antichi romani nelle zuppe venivano aggiunti grossi scarabei per insaporire meglio il brodo.
Ci sono luoghi nel mondo in cui mangiare insetti è una normalità, come in Thailandia dove sulle bancarelle di street food si trovano con facilità coleotteri immersi in pastella e fritti. Ma gli insetti vengono consumati anche in Messico, si preparano Tacos di tarantola o la salsa Auyama e anche le zanzare sono commestibili! In Giappone invece i fili dei bozzoli dei bachi da seta vengono aggiunti nel Ramen, poi fanno biscotti di vermi, apprezzati per il loro alto contenuto proteico! Naturalmente queste abitudini sono diffuse anche in Africa, nel Sud America ecc…
L’innovazione ha sempre il bisogno di basarsi sulla cultura e sulla memoria storica.
Nutrirsi di insetti per noi europei può sembrare folle, ma è un’idea con basi scientifiche davvero solide e ha un gusto molto gradevole. Ma qui in Italia le cose non sembrano così semplici.
La Commissione Europea, con il regolamento 2023/5, ha autorizzato la vendita della polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus, ossia della farina di grillo domestico, in tutta l’Unione a partire dal 24 gennaio di quest’anno. La sua messa in commercio, dopo dovuti ed accurati test, era stata approvata nel marzo 2022 dall’Autorità europea sulla sicurezza alimentare (EFSA). Da allora è stato un susseguirsi di polemiche, prese di posizione, fantasie complottiste e strategie di marketing. Un’indagine Coldiretti/Ixe riporta che «il 54% degli italiani è totalmente contrario agli insetti a tavola, un sentimento che si trasforma in indifferenza per il 24%. Si dice favorevole invece il 16% e si astiene il 6%». Dati che, in parte, sono condizionati proprio dalla poca conoscenza e dall’influenza di quello che è stato scritto e detto, anche dalla classe politica. L’UE inoltre ha proibito la produzione e la commercializzazione degli insetti per questioni igienico-sanitarie. La situazione non si sbloccherà in pochi giorni. Ma ci sono anche altri aspetti da considerare. Il carapace dei grilli, ad esempio, contiene chitina, una proteina che può causare gravi allergie, che vanno dal semplice eritema cutaneo fino allo shock anafilattico, nei soggetti predisposti. Rischio che vale per molti altri prodotti come i crostacei o le aracnidi.
Sempre a tutela degli acquirenti, l’associazione V-label, marchio noto a livello mondiale nella certificazione vegetariana e vegana, ha dichiarato che non apporrà il suo logo sugli alimenti che conterranno insetti.
Piuttosto c’è molto da dire anche sulla carne sintetica o artificiale. Questo prodotto alimentare è ottenuto in laboratorio a partire da cellule animali, senza dover allevare e abbattere nessun capo. Quindi utilizzando cellule staminali di origine animale, tratte cioè da esemplari vivi, si possono coltivare in laboratorio all’interno di appositi bioreattori fibre e tessuti ed essere così utilizzate per la produzione di carne. La carne sintetica potrebbe inoltre rivelarsi una soluzione positiva per combattere la fame e la povertà mondiale.
Il prezzo per la produzione è però ancora elevatissimo e in più il governo Meloni ha vietato il commercio di carne sintetica in Italia. Il divieto, prima di tutto, si basa su questioni di sicurezza alimentare, poiché non è ancora chiaro come la carne sintetica possa essere regolamentata e controllata per garantire la qualità e la sanità dei prodotti. Tuttavia ci sono opinioni contrastanti sul divieto di commercializzazione della carne sintetica. In secondo luogo è stata vietata perché la Presidente del Consiglio ritiene sia una minaccia per l’agricoltura e la filiera alimentare italiana. In particolare si teme che la carne sintetica possa compromettere la produzione di carne tradizionale italiana e mettere a rischio l’occupazione e il reddito degli allevatori e dei lavoratori del settore. Fratelli d’Italia e il leader della Lega Salvini non pensano che questa possa essere una soluzione sostenibile per affrontare i problemi legati all’allevamento industriale e alla produzione di carni, che contribuiscono all’impatto ambientale e alla salute umana.
Il divieto, quindi, è una misura precauzionale, preventiva poiché il commercio di carne sintetica nel nostro paese non ha mai preso piede. Comunque sull’argomento pare ci sia poca chiarezza. Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, ha proclamato l’Italia primo paese al mondo a vietare gli alimenti “sintetici”. Le aziende che violeranno le nuove norme rischieranno una multa tra i 10 mila e i 60 mila euro oppure una sanzione con un valore fino al 10 per cento del loro fatturato annuale, con l’impossibilità di accedere a finanziamenti da parte dello Stato o dall’Unione europea.